venerdì 13 novembre 2009

I rapporti con la camorra ci sono, a partire dall’azienda di famiglia

Dal Psdi al PdL la carriera irresistibile del sottosegretario, amico di Elio Letizia


da "Liberazione" del 12 novembre 2009


La Camera dei Deputati ha appena confermato la notifica della richiesta dei magistrati per l'arresto del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino e subito a difesa del sottosegretario indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ha preso posizione Niccolò Ghedini: "Nicola Cosentino ha sempre svolto con passione ed onestà l'attività politica. Le accuse mosse appaiono tanto più incredibili ed inconsistenti solo ad osservare che da moltissimo tempo sono annunciati, a mezzo stampa, indagini e provvedimenti nei suoi confronti, al solo evidente fine di screditarlo ed impedire una fisiologica ed ottima candidatura alla guida della regione Campania". Delle tante accusa mosse dal partito di Berlusconi all’informazione e alla magistratura bisogna dire che quest’ultima è la più comica dato che molte testimonianze di pentiti di mafia su Cosentino sono vecchie di più di 10 anni e parlano di una antica consuetudine del leader campano del PDL con la Camorra, una consuetudine risalente a un decennio prima della nascita del partito di Berlusconi.

Nicola Casentino diventa consigliere comunale a Casal di Principe già nel 1978, poi consigliere nella provincia di Caserta nel 1980 e Assessore provinciale nel 1983. Una bella carriera culminata con l’elezione a segretario regionale campano del vecchio Psdi.

Secondo il pentito Carmine Schiavone (processo Spartacus): "Alle elezioni dell’82 il clan Bidognetti appoggiò " ‘O Mericano ", Nicola Cosentino che stava nel Psdi. Il Gruppo Bidognetti in parte votò Cosentino, in parte votò il nostro gruppo di candidati. Cosentino entrò nell’Amministrazione e per fare votare la giunta secondo nostre direttive, tutti i consiglieri vennero contattati a uno a uno da mio cugino Sandokan…E loro dovevano votare bene se no rischiavano di non tornare a casa", con buona pace di Nicolò Ghedini e dei suoi immaginari complotti mediatici.

Solo dopo la dissoluzione del Psdi per Tangentopoli, Cosentino è entrato in Forza Italia, nel ’94, e due anni più tardi è stato eletto deputato. Nel 2005 è stato nuovamente nominato, direttamente da Berlusconi, coordinatore regionale, questa volta non del defunto PSDI, ma di Forza Italia. Una carriera culminata con la nomina a sottosegretario del Governo Berlusconi, a coordinatore regionale del Popolo delle Libertà e a presumibile canditato del partito alle prossime regionali campane come presidente. Il lato sconcertante di questa storia è che l’unico rapporto noto tra la politica e Elio Letizia, padre della celebre e giovane amica del Cavaliere, Noemi, passa proprio attraverso la militanza nel vecchio Psdi diretto da Casentino. Fatti che risalgono all’epoca dell’ascesa di quest’ultimo e dei fatti raccontati da Carmine Schiamone. Su questa vicenda tira una brutta aria e fa impressione notare come, in effetti, Berlusconi abbia sempre sostenuto di essersi intrattenuto al telefono con Letizia a proposito della scelta delle candidature del PDL per le elezioni europee.

Una serie di coincidenze che fanno ancora più impressione perché a Napoli gli investigatori della Direzione Antimafia hanno cercato di verificare possibili collegamenti fra Elio Benedetto Letizia, il padre di Noemi, e il gruppo che a Casal di Principe ha visto per anni egemone il clan capitanato da Armando, Giovanni e Franco Letizia, gruppo di fuoco del boss Giuseppe Setola.

Insomma la comune militanza nel passato Psdi e nell’attuale Pdl potrebbe non essere l’unica via per incrociare le storie di Cosentino, Elio Letizia e Berlusconi.

Non è tutto. Nicola Cosentino è stato infatti citato anche nel ’98, in un interrogatorio, relativo a indagini sulla camorra di Casal di Principe, dal pentito Domenico Frascogna che sostiene di aver incontrato l’oggi sottosegretario assieme all’avvocato Mario Natale, arrestato perchè considerato un prestanome e cassiere dei Casalesi “nella mia pizzeria e consegnarono una lettera di Sandokan a Raffaele Diana e Zagaria Vincenzo. Questi due episodi si verificarono tra il ‘95 e il ‘96".

C’è anche un altro testimone pentito, Michele Froncillo, che ai magistrati della distrettuale antimafia dichiara: "Raffaele Letizia era ed è esponente apicale del clan dei Casalesi per conto di Schiavone…anche durante il periodo di latitanza. Lo stesso ha rapporti con politici come Cosentino, Caputo, Coronella, come vi ho riferito nei colloqui precedenti; i contatti erano finalizzati a vincere gare di importanti opere pubbliche".

Va anche ricordato che il nome di Cosentino è saltato fuori in occasione della “Strage del Gpl di Viareggio”. E’ stato accertato infatti che il carico esploso nella stazione versiliese era di proprietà dell’azienda di famiglia dei fratelli del sottosegretario Nicola Casentino: 80 milioni di euro di fatturato annui. Il carico di Gpl che ha provocato il disastro di Viareggio era infatti diretto all'Aversana Petroli di Casal di Principe (Caserta) dove i fratelli del Sottosegretario, oggi indagato per i suoi rapporti con la Camorra, ricevono in media un carico a settimana.

Vi è assoluta necessità di chiarezza e trasparenza in questa vicenda non solo per la gravità del fatto, non solo perché il gas esploso a Viareggio era destinato all’azienda di famiglia di un membro del governo, ma anche perché nella storia dei rapporti tra i fratelli Casentino e la camorra di Casal di Principe non mancano certo inquietanti coincidenze che ben collimano con le dichiarazioni dei pentiti e proprio in relazione alle attività della Aversana Petroli. L’azienda destinataria del carico che ha provocato la strage ha infatti stentato ad ottenere il certificato antimafia indispensabile per partecipare ad appalti pubblici. I problemi che impedivano il rilascio della certificazione erano relativi a conclamate parentele dei fratelli Cosentino: Giovanni, 64 anni, è sposato con la figlia del boss Costantino Diana. Mario, 43 anni, è sposato invece con Mirella Russo, sorella di Giuseppe, soprannominato “Peppe' u'Padrino” condannato all'ergastolo per associazione mafiosa ed omicidio.

Già nel 1998 la Prefettura di Caserta aveva negato la certificazione antimafia e la Aversa Petroli era ricorsa al Tar ed al Consiglio di Stato senza successo, dato che, come dice la sentenza, i legami parentali “rappresentano elementi, univoci e non contestati, da cui ragionevolmente può dedursi che sussisteva il pericolo di infiltrazione mafiosa”. Una situazione kafkiana: l’azienda dei fratelli del sottosegretario Casentino non ha la possibilità di partecipare agli appalti pubblici perché vanta importanti parentele nella Camorra. Un impedimento che non ha scoraggiato però la partecipazione di Nicola Casentino al Governo in qualità di sottosegretario o, come si dice oggi, di viceministro. Una situazione risolta però brillantemente quando il nuovo prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, ha sollecitato il comitato per l'ordine e la sicurezza a rivedere la decisione rimuovendo la pregiudiziale. La Aversana Petroli ha così ottenuto l’agognata certificazione antimafia e alle ultime elezioni la Stasi è stata eletta alla Camera nelle liste del Pdl.

Nessun commento:

Posta un commento