martedì 26 gennaio 2010

SCANDALO: Udine 26 gennaio, LA LEGA, LA BANCAROTTA, LA EX IUGOSLAVIA E GHEDDAFI di Luigi Grimaldi


La Lega coinvolta a Udine nella bancarotta di una specie di villaggio turistico in Croazia. Una sentenza ad Udine porta a rileggere le carte della “dimenticata" inchiesta "Cheque to Cheque". Una storia di dinari libici e rubli che porta alla Lega e ai nazionalisti sloveni.
Lo strano triangolo che unisce la ex Iugoslavia alla Padania passando da Mosca e Tripoli.
di Luigi Grimaldi

Una serie di condanne per Bancarotta Fraudolenta comminate dal tribunale di Udine. Sembrerebbe una notizia come tante, il frutto della crisi, niente di nuovo insomma. Non è così, perché nel processo chiusosi ieri a Udine ci sono risultanze istruttorie, fatti veri, che riaprono casi mai risolti e ripropongono interrogativi mai chiariti sui finanziamenti e le finanze internazionali della Lega Nord. Il caso udinese è quello della realizzazione d’un villaggio vacanze sul golfo di Umago, in Croazia, un’iniziativa diretta della Lega Nord, rivelatosi un’impresa fallimentare. Dopo il processo a Padova per il crac della società Ceit, la procura di Udine ha portato a condanna l’ingegnere udinese Sebastiano Cacciaguerra e tre leghisti, ipotizzando reati seguiti al fallimento d’una società che finanziava proprio la Ceit. Dall’inchiesta è stata stralciata la posizione dell’ex sottosegretario agli Interni (nel precedente governo Berlusconi) Maurizio Balocchi, poi tesoriere della Lega Nord, per motivi di salute. Coinvolti nelle indagini che hanno portato alla condanna di Cacciaguerra amche l’architetto veneziano Enrico Cavaliere, già presidente del Consiglio regionale del Veneto, sempre per il Carroccio, e per l’onorevole Stefano Stefani, industriale orafo vicentino. La società udinese in questione è l’Euroservice srl che formalmente si occupava di “tutela, attività, iniziative e servizi in edilizia e urbanistica”. Il fatto è che le indagini patrimoniali hanno identificato i leghisti come soci occulti della società friulana fallita in favore della padovana Ceit, che era appunto stata fondata per il villaggio-vacanze leghista in Croazia. Partendo da un finanziamento d’un miliardo di vecchie lire ottenuto da una banca con le garanzie personali, ha sostenuto il pubblico ministero, ma guarda un po’, anche di Umberto Bossi. Insomma la società udinese fallita nel marzo 2004 si è comportata da finanziatore della Ceit ed è stata utilizzata come strumento per acquisire disponibilità finanziarie ad eseguire pagamenti relativi appunto all’iniziativa immobiliare leghista in Croazia. Dove porta questa storia di denari tra Udine, la Lega e la Croazia? A rispolverare vecchie inchieste molto lontano: in Russia, in Slovenia, in Libia e, appunto in Croazia.

Secondo importanti risultanze istruttorie dell'inchiesta "Cheque to Cheque", della Procura di Torre Annunziata, risalente alla fine degli anni '90, è esistito infatti un percorso da brivido che, passando dalla Libia alla Russia, e dalla Russia alla Slovenia, finiva proprio dalle parti di casa nostra, a Udine appunto, in modo funzionale alla creazione di premesse che oggi sembrano alla base di fenomeni politici devastanti.
Ecco come. Il percorso è un po’ lungo , ma vale la pena di farlo tutto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Torre Annunziata il sostenitore di un progetto mirante alla frantumazione del vecchio continente in miriadi di piccoli staterelli locali, nati da spinte nazionaliste o da spinte autonomistiche, sarebbe stato tra gli altri il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovskji.
Perché ricordiamo oggi questo passaggio dell’inchiesta Campana che non ha avuto seguiti penali diretti, essendo stata frantumata in una miriade di procedimenti separati da diverse competenze territoriali? Perché da questa inchiesta era emerso che numerosi testimoni provenienti dalla ex Iugoslavia hanno rilasciato testimonianze che garantiscono «in maniera indiscutibile l'autenticità del giro d'affari tra un certo Nicholas Oman (nazionalista sloveno nda ) e Zhirinovskji».
«Si aggiunga a ciò che Zhirinovskji aveva avuto cura di farsi seguire, negli incontri con Nicholas Oman, da una delegazione del suo partito ed in particolare da un rappresentante della Duma membro di quella commissione geopolitica - scrivono ancora i carabinieri - i cui documenti riservati hanno confermato l'esistenza, nei programmi di Zhirinovskji, di un progetto». Quale? Quello di «favorire ovunque movimenti nazionalisti e autonomisti, indipendentemente dal loro orientamento ufficiale filo o anti-russo, in modo da accelerare processi disgregativi che,in qualche modo, avrebbero favorito poi nuove forme di aggregazione».

Il nazionalista sloveno e la P2.

Ora il fatto è che l'indipendentista sloveno Oman, legato a Zhirinovskji, in Italia non è uno sconosciuto: secondo la questura di Arezzo, in relazione ad accertamenti svolti dalla Digos di quella
città alle «ore 10,24 del 13 settembre 1989 Oman Nicolas accompagnato da Ciocca Giovan Battista faceva visita a Gelli Licio in Villa Vanda. Alle ore 18,30 del 18 settembre 1989 le stesse persone entrano in Villa Wanda e alle ore 12,00 del 14 maggio 1990 le stesse persone entrano in Villa Wanda». Insomma Oman è stato un frequentatore della villa del capo della Loggia P2 Licio Gelli a Castiglion Fibocchi.
Oggi nessuno lo ricorda più ma nel 1991 proprio Gelli, assieme ad altri massoni, alla cupola di Cosa nostra ed a un gruppetto di neofascisti provenienti da Ordine Nuovo, come Stefano Delle Chiaie,
avevano sponsorizzato e dato vita al movimento politico delle Leghe meridionali, un dato emerso nell'inchiesta "Sistemi Criminali " di Palermo. E' curioso, ma in quello stesso periodo quegli "ex"
neofascisti si sono equamente distribuiti tanto nella Lega Nord e Liga Veneta quanto nelle leghe del Sud, in qualche caso partecipando a entrambe. Anzi è certo che moltissime di queste “nuove leghe meridionali” furono fondate e insediate presso lo studio dell’avvocato Stefano Menicacci, socio di Delle Chiaie, indicato dalla DIA diPalermo come anello di congiunzione tra Liga Veneta, Lega Nord e leghe del Sud. E’ lo stesso Menicacci che nel 1992 è il legale della Lega Nord nella causa intentata dal Carroccio per la ridefinizione del finanziamento pubblico al partito di Bossi in relazione alle elezioni del 1991.

Il Colonnello e la Lega Nord

E Gheddafi? «Il Colonnello Gheddafi risulta, a sua volta, essere stato tra i principali sponsorizzatori e promotori delle campagne e dell'ascesa politica dello stesso Vladimir Zhirinovskji» hanno scritto
i carabinieri di "Cheque to Cheque".
Insomma, all'indomani della grande svolta italiana del 1994 i carabinieri e la Procura di Torre Annunziata avevano messo nero su bianco il sospetto che un enorme transito di valuta libica trafficata illegalmente per sostenere attività destabilizzanti su larga scala in Europa fosse
stato reso possibile, come del resto è indicato da molti elementi emersi nel corso delle indagini, solo con il consenso dello stesso governo libico. Un transito reso sospetto dal fatto che «alcuna contropartita in tali transizioni si sia determinata a favore dello stesso Governo libico». In altre parole, il Colonnello Gheddafi avrebbe concesso, di fatto gratuitamente, sostegno gli investigatori, a «gruppi a carattere secessionista e indipendentista che operano nel nostro Paese». Si tratta di notizie davvero curiose che consentono di svolgere una interessante analogia politica: sia il denaro libico la cui presenza è stata riscontrata in seguito all'inchiesta palermitana denominata "Fax money" (una indagine condotta nel 1997 dalla compagnia "San Lorenzo" dei carabinieri di Palermo che ha consentito l'individuazione di un importante centro di riciclaggio all'interno del più importante centro affari della capitale siciliana, il così detto centro Gamma), sia le forti somme erogate dal Colonnello Gheddafi per «favorire l'ascesa di Vladimir Zhirinovskji, hanno avuto chiaramente una finalità destabilizzatrice, almeno a quanto è stato sinora riscontrato dall'attività investigativa di queste e altre autorità di Polizia Giudiziaria».
Il fatto che oggi rende interessanti queste notizie è che secondo i carabinieri «Zhirinovskji ha acquisito enormi somme grazie all'intermediazione di Nicholas Oman (il nazionalista sloveno) e
quest'ultimo gli ha consentito di commercializzare i suoi beni anche in Croazia e in Serbia e cioè in gran parte dei paesi della ex Iugoslavia (all’epoca) in guerra tra loro; di quell'arsenale Russo che
Zhirinovskji, come molti altri leader politico-criminali, sta svendendo nel resto del mondo l'organizzazione di Oman ha consentito la diffusione capillare».

Lega e nazionalisti sloveni.

Ora il fatto interessante è che dalle indagini di "Cheque to Cheque" sono emersi, scrivono gli investigatori, «numerosi riscontri che legavano alcune parti del movimento di Bossi proprio ai nazionalisti sloveni. Questi ultimi erano, del resto, come si è visto attraverso la figura di Oman, strettamente legati a Vladimir Zhirinovskji e ai nazionalisti russi», un circuito finanziato con i "dinari" di Gheddafi.
Secondo i Carabinieri di Torre Annunziata l’uomo cerniera tra Lega Nord, Zirinowsky, Oman e Gheddafi sarebbe l’ex colonnello del KGB Alexander Kuzin approdato a logge massoniche coperte internazionali.
Alexander e Vladimir KUZIN – secondo le indagini dei carabinieri - sono due fratelli e uno dei due fratelli ,Vladimir , «ebbe in passato rapporti di collaborazione dopo la fine della ex Unione Sovietica con un'importante ditta di armi Americana ,la SUKHOI e collaborò per un certo tempo con i suoi dirigenti; in seguito si reintrodusse rapidamente nella grande organizzazione commerciale creata dal fratello ALEXANDER, la KUZIN INTERNATIONAL GROUP; quest'ultima opera in tutto il mondo con oltre 400 filiali di varie entità :fino a un centinaio sono presenti in Europa ». Ora il fatto interessante è che la filiale italiana della organizzazione di Kuzin (La Kuzin Italia S.r.l.) all’inizio degli anni novanta aveva sede proprio a Udine.
Scrivono ancora a chiare lettere gli investigatori: « I due fratelli KUZIN hanno costituito una sorta di testa di ponte dell'Organizazjia russa nel nostro paese, incentrando le loro aeree di smaltimento del traffico di armamenti soprattutto nel nord - est, circostanza non causale perché non vanno dimenticate le correlazioni più generali tra questi soggetti indagati .I KUZIN,infatti, hanno rapporti privilegiati sia con ZHIRINOVSKJI sia con il nazionalista sloveno OMAN, ma i nazionalisti sloveni sono stati anche tra i principali sostenitori dei movimenti indipendentisti del nord - est italiano creando rapporti privilegiati con molti esponenti politici confluiti poi nella LEGA NORD di BOSSI . BOSSI , a sua volta,è diventato per un breve periodo, almeno secondo le dichiarazioni di FRANCESCO ELMO, un interlocutore plausibile per lo stesso leader nazionalista russo e molti elementi sembrano indicare che finanziamenti sono pervenuti dalla Slovenia e perfino dalla Croazia attraverso varie forme e varie tipologie ai movimenti più irriducibili del nord - est ;ulteriori elementi sembrano in corso di acquisizione in questo periodo da parte dell'AG. (il riferimento è alla famosa inchiesta Phoney Money di David Monti ad Aosta n.d.r.) e non è causale quindi che in questa area di confine e di grande tensione politica KUZIN abbia posto le centrali italiane delle sue attività; »
Fino a ieri era roba vecchia, polverosa e dimenticata. Ma oggi con la sentenza di Udine che coinvolge in pieno la Lega Nord, e arriva sfiorare il leader del Carroccio, per affari non chiari proprio con la Croazia, acquistano ben altro interesse.

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